Insieme. Manifesto della rete Solid Roma
Stiamo vivendo un periodo unico della nostra storia, come lo sono i momenti che dividono la vita tra “un prima” e “un dopo”. Il nostro “prima” è stato un tempo caotico e inquinato, in cui ognuno ha cercato come poteva le strade per rendere il mondo un posto migliore. Poi è arrivato il virus che ci ha obbligati a fermarci e nell’abisso che si spalancava abbiamo capito che tanto affanno era servito a poco. Che serviva altro, di più e meglio.
E’ così che ci siamo ritrovati in molti – persone e realtà prima distanti – a generare una nuova dimensione sociale attraverso percorsi di solidarietà collettiva, convinti che distribuire pacchi alimentari, farmaci e sostegno
alle persone in difficoltà fosse il modo giusto per affermare diritti e dignità. Convinti che “nessuno si salva da solo” ma tutti possiamo salvarci insieme.
Adesso che la fase emergenziale dell’epidemia sembra affievolita, non vogliamo tornare indietro. Aver sperimentato il fallimento del modello politico e sociale del nostro vivere comune ci ha fatto maggiormente
apprezzare le potenzialità delle relazioni che abbiamo costruito. Questa esperienza preziosa è il nostro “dopo”. L’orizzonte a cui vogliamo guardare è quello di un welfare comunitario che vada oltre l’effetto riparativo per realizzare percorsi di solidarietà e mutualismo, riconoscendo funzione pubblica ai cittadini, ai territori, alle comunità locali, alla società civile.
Quello che abbiamo capito è che un nuovo modello di città può nascere
solo da un agire collettivo, che metta al centro l’impatto sociale e ambientale nella lotta contro disuguaglianze, povertà e solitudini. E che in città questa consapevolezza è trasversale e diffusa, attraversa mondi e culture diverse che si arricchiscono in questa relazione.
Peraltro, quanto sta avvenendo sulla scuola, ma ancora di più sul diritto all’abitare e nel mondo del lavoro ci dice che a Settembre corriamo il serio rischio che ad una crisi sanitaria latente si sommino i pesanti effetti di
una crisi economica che metterà a dura prova le già precarie condizioni di vita di molti di noi, influendo negativamente sulle relazioni sociali e sulla convivenza. Dobbiamo attrezzarci a reggere l’impatto di una crisi di sistema che potrebbe essere devastante.
Abbiamo bisogno di servizi, di sostegni, di reddito e di lavoro.
Abbiamo bisogno di inventare nuove opportunità lavorative e di vita, di progettare servizi moderni e accoglienze dignitose, di riconvertire socialmente il patrimonio urbano inutilizzato, puntando sulle giovani generazioni e valorizzando istruzione, formazione e cultura.
Abbiamo bisogno di una città nuova!
Ma soprattutto abbiamo bisogno che noi, tutti quanti noi considerati “vite di scarto”, rifiuti di una modernità che non ci prevede, iniziamo ad invertire il corso di eventi per nulla naturali che sta uccidendo il mondo costruendo sulle macerie che ci hanno lasciato, rimboccandosi le maniche come abbiamo imparato a fare per rispondere a esigenze immediate, coinvolgendo quanti partecipano alle diverse attività. Questo potrà fare la differenza nel prossimo futuro.
Questo è quello che vogliamo fare. Il come è presto detto. Intendiamo avviare la realizzazione di una rete cittadina, su base municipale, che si doti di strumenti comuni di lavoro sociale per consolidare le collaborazioni sperimentate ed aggregarne di nuove.
Il modello che immaginiamo è quello dei Poli Civici Municipali, autonomi ed interconnessi tra loro, come basi per un intervento trasformativo e di cambiamento.
Gli strumenti comuni di lavoro a cui stiamo lavorando sono:
- degli hub territoriali di raccolta di generi alimentari e di prima necessità, in grado di dare continuità al sostegno delle comunità in difficoltà ed essere punto di riferimento organizzativo per le risorse locali;
- degli snodi informativi e di lotta, nella forma di agenzie sociali municipali, attraverso il coordinamento operativo delle risorse formali ed informali esistenti sul territorio sul fronte dei diritti, con una “scheda unica di accoglienza ed invio” con cui dare risposta alle emergenze sociali e forza alle rivendicazioni necessarie a combattere diseguaglianze e povertà;
- i laboratori di progettazione territoriale, intesi come spazi di condivisione di vertenze locali con l’obiettivo di creare occasioni di reddito e lavoro stabile, dentro un quadro di una nuova economia ecologicamente e socialmente sostenibile, tentando le connessioni possibili tra mutualismo spontaneo, attivismo e il lavoro sociale dell’associazionismo e della cooperazione sociale.
Se leggiamo la crisi sociale, economica ed ambientale come opportunità, come rigenerazione, sapremo costruire insieme una nuova dimensione collettiva, in grado di contrastare le diseguaglianze e costruire comunità aperte, accoglienti, solidali ed ecologicamente sostenibili.
Solid Roma