Attraverso questo strumento, vogliamo mettere in relazione i saperi con la città che resiste.
Vogliamo fare in modo che i nostri sforzi sui territori non siano solo operativi, ma anche progettuali e politici.
Vogliamo creare in ogni municipio un punto di riferimento fisico, all’interno del quale operatori, attivisti, professionisti e accademici possano mettere in pratica le proprie competenze per ridisegnare assieme una città più solidale.
Vogliamo mettere a disposizione della città una serie di professionalità (architetti, urbanisti, sociologi, economisti, antropologi) che possano costituire una task force per dare idee, strumenti e contributi tecnici alle molteplici realtà associative dei territori, provando a concepire una rigenerazione urbana che si misuri con l’economia circolare e con l’intento di superare le diseguaglianze esistenti.
Vogliamo costruire insieme uno spazio creativo che ripensi gli spazi pubblici e privati abbandonati, le aree verdi e agricole, il ciclo del food a Roma, la mobilità sostenibile, il ciclo dei rifiuti, il modo di fare e fruire le attività sportive, culturali ed educative, il turismo, l’abitare, l’accoglienza e, più in generale, le politiche sociali e produttive della nostra città.
Vogliamo provare a fare un doppio salto:
verso l’alto, cercando di prendere spunto da realtà europee e internazionali che sul terreno della riconversione ecologica e sulla rigenerazione urbana hanno investito da tempo e con idee innovative, attraverso cicli di incontri pubblici sulle molteplici esperienze che via via si affrontano;
verso il basso, credendo e investendo in quelli che vengono considerati “gli scarti” del mercato, cioè attraverso la scommessa che la partecipazione dei cittadini abbia un potere deliberante, educativo ed emancipativo e che sia anche capace di trasformare le politiche pubbliche.