PRESIDIO SOTTO L’ASSESSORATO DI VIALE MANZONI

Un mese fa abbiamo denunciato l’inefficienza della Fondazione Roma Solidale. La gestione delle politiche sociali a Roma “non ha un chiaro mandato strategico e orizzonte progettuale definito”, come leggiamo nel dossier della stessa Fondazione e il suo disservizio dimostra l’inesistenza di un piano sociale unitario delle politiche sociali.

La mancanza di una programmazione degli interventi sociali ha prodotto un’assenza di risposte all’aumento del disagio e della povertà – come ricorda anche la Caritas, nel 2020 le persone a rischio povertà nella città di Roma sono diventate il 18% della popolazione.

Contemporaneamente manca un rapporto organico e progettuale con il Terzo Settore e la pratica della co-progettazione è stata sostituita nel tempo da una ossessivo ricorso a bandi pubblici per assegnare anche le più infinitesimali risorse, ricorrendo sempre allo criterio della
proposta economica più vantaggiosa.

Negli anni abbiamo così assistito all’abbandono delle pratiche ed esperienze di inclusione socio lavorativa delle persone svantaggiate, all’annullamento delle politiche di prevenzione delle dipendenze, alla chiusura dei servizi di accoglienza. Crediamo quindi sia necessario, insieme alle nostre quotidiane attività di sostegno, supporto e condivisione, indicare le responsabilità precise che questa amministrazione deve assumersi.

Sostegni economici non ancora concessi, assegnazioni di alloggi popolari che non avvengono, assenze di raccordo con le energie sociali della nostra città, chiusura di servizi e riduzione di fondi utili destinabili al terzo settore, non sono più tollerabili. Dal 2013 ad oggi la spesa per le politiche sociali è rimasta sostanzialmente invariata nonostante sia sotto gli occhi di tutti una continua ascesa delle fragilità e delle povertà.

Nel 2019 Roma ha speso 243,00 euro a cittadino residente mentre Milano ha speso 287,24 euro. Se applicassimo la quota pro capite di Milano avremmo 125.511.406,83 euro in più sul bilancio delle spese sociali.Ancora pochi ed insufficienti, ma certamente indispensabili!

L’orizzonte a cui vogliamo guardare è quello di un welfare comunitario che vada oltre l’effetto riparativo per realizzare percorsi di solidarietà e mutualismo, riconoscendo funzione pubblica ai cittadini, ai territori, alle comunità locali, alla società civile.

Quello che abbiamo capito è che un nuovo modello di città può nascere solo da un agire collettivo, che metta al centro l’impatto sociale e ambientale nella lotta contro disuguaglianze, povertà e solitudini. Dobbiamo attrezzarci a reggere l’impatto di una crisi di sistema devastante per questo abbiamo bisogno di servizi, di sostegni, di reddito, di lavoro e di case.

Abbiamo bisogno di inventare nuove opportunità lavorative e di vita, di progettare servizi moderni e accoglienze dignitose, di riconvertire socialmente il patrimonio urbano inutilizzato, anche a scopo abitativo, puntando sulle giovani generazioni e valorizzando istruzione, formazione e cultura.

Dobbiamo cogliere l’occasione dell’applicazione del PNRR per il perseguimento dei suddetti obiettivi. Vogliamo continuare quindi il nostro percorso di denuncia e proposta presso l’Assessorato alle politiche sociali.

Ci vediamo martedì 18 maggio alle ore 11 in viale Manzoni 16.